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Nuove speranze di cura dello scompenso cardiaco con l'autotrapianto di cellule.

Parigi: colpito da infarto è stato curato con l'autotrapianto di cellule. La notizia è veramente eccezionale, ma è quasi passata inosservata. Vediamo perché secondo me è importante.
Cosa succede quando il cuore è colpito da un infarto?
Un vaso sanguigno si ostruisce parzialmente o totalmente per cui una certa zona del cuore non riceve più un adeguato apporto di ossigeno (indispensabile per tutti i processi vitali) e quindi le cellule di quella zona muoiono. Le cellule miocardiche, che sono cellule altamente specializzate, non si rigenerano, per cui se si sopravvive all'evento acuto le cellule morte saranno sostituite da cellule connettivali, che "riparano" la ferita prodotta ma non riescono ad assolvere quelle funzioni caratteristiche delle cellule del cuore e cioè
1)la capacità di contrarsi e
2)la capacità di diffondere l'impulso nervoso alle cellule circostanti in maniera che la perfetta sincronizzazione con le altre cellule cardiache produca la contrazione pressoché simultanea di tutto il cuore che può esercitare così la sua funzione di pompa.

Se le cellule non si contraessero simultaneamente il cuore non sarebbe in grado di pompare, (questa evenienza si verifica nella patologia nota come fibrillazione). Faccio un esempio per far capire cosa succede. Supponiamo che dobbiamo spingere una cinquecento assieme ad un nostro amico (che ha una forza uguale alla nostra), per farla muovere uniremmo i nostri sforzi a la spingeremmo nella stessa direzione se però il nostro amico la spingesse in direzione opposta sebbene la forza applicata fosse la stessa non riusciremmo a farla avanzare.
E allora quali sono i problemi di un cuore infartuato?
diminuita capacità di pompare sangue ma soprattutto una alterata capacità di diffondere l'impulso elettrico.

Per capire cosa ha fatto di straordinario l'équipe parigina bisogna premettere che nell'uomo esistono tre tipi di fibrocellule muscolari. Abbiamo le cellule muscolari lisce che costituiscono i muscoli involontari, come quelli dell'intestino che permettono al cibo di progredire lungo il canale intestinale, che contraiamo senza intervento della nostra volontà (sebbene dicano che qualche guru indiano ci riesca); poi abbiamo le cellule muscolari striate che costituiscono le fibre dei nostri muscoli volontari, come quelli degli arti, della faccia ecc. e poi abbiamo le cellule miocardiche che sono involontarie che hanno caratteristiche peculiari dei muscoli striati e che però costituiscono tra di loro un unione particolare al fine di trasmettere con la massima efficienza l'impulso nervoso. Queste cellule particolari sono proprie del cuore: mentre una cellula muscolare della gamba è del tutto uguale a una cellula muscolare della faccia le cellule cardiache sono proprie del cuore.

Dal muscolo della coscia del paziente erano state prelevate delle cellule muscolari che poi sono state coltivate in laboratorio. Dopo un mese sono state iniettate, con una serie di punture, nella zona del cuore danneggiate dall'infarto. Questo intervento è avvenuto il 30 giugno del 2000, ma i medici hanno dato la notizia soltanto quando hanno visto che effettivamente c'è stato un miglioramento dell'efficienza cardiaca (maggiore di quanto ci si sarebbe potuti aspettare), ma soprattutto una ripresa dell'attività elettrica per cui sembra che le cellule siano riuscite a differenziarsi in modo da somigliare il più possibile a delle vere cellule miocardiche.

Chi potrebbe giovarne: tutte le persone che hanno uno scompenso cardiaco comprese quelle che da anni vivono o meglio sopravvivono in attesa di un trapianto.

Equipe:
Philippe Menasché et Marcio Scorsin (Hôpital Bichat), Albert Hagège et Michel Desnos (Hôpital Georges Pompidou), Denis Duboc (Hôpital Cochin et CEA), André Syrota (CEA), Ketty Schwartz et Jean-Thomas Vilquin (Groupe hospitalier Pitié-Salpêtrière), Jean-Pierre Marolleau (Hôpital Saint-Louis).

20/03/2001    Dott. Domenico Alfieri