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Impotenza: nuove tecniche chirurgiche per la terapia dell'impotenza dopo prostatectomia radicale.

La nuova tecnica di trapianto di nervo dà speranza agli uomini con impotenza dopo prostatectomia radicale.
Secondo una ricerca pubblicata recentemente sulla rivista Urology, una nuova tecnica chirurgica permetterebbe di ridurre l'insorgenza di impotenza coeundi negli uomini sottoposti a prostatectomia. Lo studio è stato condotto su 12 soggetti sottoposti a prostatectomia per carcinoma. Quattro dei 12 pazienti hanno riacquisito tutta o la maggior parte della loro capacità di avere una erezione spontanea, cioè non medicalmente assistita, sufficiente per un rapporto sessuale, in un periodo compreso tra 12 e 28 mesi dopo l'intervento. Altri tre pazienti sono stati capaci di avere erezioni sufficienti per un rapporto sessuale con l'ausilio di Viagra (sildenafil).

Il nervo surale che si usa per l'innesto decorre lungo la parte posteriore della gamba.
Secondo Edward D. Kim del Centro Medico dell'Università del Tennessee, il vantaggio dell'innesto del nervo surale consiste nel risolvere potenzialmente il problema dell'impotenza, ottenendo contemporaneamente un migliore controllo del tumore. La rimozione dei nervi cavernosi che si trovano ad ogni lato della prostata è la più comune causa di impotenza postoperatoria. La percentuale d'impotenza dopo aver tolto entrambi i nervi cavernosi è in pratica del 100%.
Per effettuare il trapianto del nervo surale lavorano insieme - durante la prostatectomia - il chirurgo plastico e l'urologo.
Secondo il dr. Kim l'unico effetto collaterale permanente di questa procedura è l'intorpidimento di una zona della grandezza di mezzo dollaro nella parte esterna dell'anca. La scelta tra l'impotenza e un intorpidimento di una piccola area cutanea per la maggior parte degli uomini è relativamente facile.
Dopo quattro-sei settimane dall'intervento secondo il dr. Kim i pazienti devono cominciare la terapia medica per essere aiutati ad avere erezioni. La terapia prevede l'uso di sildenafil (Viagra) per via orale, l'iniezione nel pene di papaverina, prostaglandina E1, phenotolamine (Trimix), ecc. I risultati della ricerca dimostrano che quanto più è precoce il trattamento medico dopo l'intervento, tanto migliori sono i risultati che si ottengono.

Secondo il dr. Kim, il cancro della prostata spesso invade i nervi e può cosi disseminare fuori dalla ghiandola. Perciò lasciando i nervi cavernosi intatti si rischia di consentire la disseminazione delle cellule tumorali. Con la tecnica d'innesto del nervo surale aumenta la possibilità di controllare il tumore e contemporaneamente si riduce il rischio di impotenza, migliorando cosi la qualità di vita. Questa possibilità renderebbe più accettabile l'idea della prostatectomia fra gli uomini.
D'altra parte, secondo Alan Partin, Professore di Urologia Oncologica presso il Johns Hopkins Medical Center, è probabile che per gli uomini che hanno un tumore tale da dover togliere entrambi i nervi cavernosi, la radioterapia potrebbe essere preferibile alla chirurgia. In ogni modo, anch'egli trova questa ricerca molto interessante.

Questo tipo di intervento si effettua presso il Baylor College of Medicine, Houston, l'Università del Tennessee, l'Università del Texas, M. D. Anderson Cancer Center, ed in pochi altri centri degli Stati Uniti.

20/04/2001    Dott. Domenico Alfieri